Diocesi di Nardò Gallipoli

Capitolo Cattedrale Nardò

L’origine del Capitolo cattedrale di Nardò non può essere determinata con precisione a causa della mancanza di fonti certe.

Nel 1088, Goffredo il Normanno, Conte di Nardò, ottenne da Urbano II che la chiesa maggiore fosse governata dai benedettini, ma l’officiatura rimase condivisa tra Capitolo e monaci. Nella relazione di s. Visita che il cardinale Rodolfo, vescovo di Albano, celebrò a Nardò nel 1267, si evince, infatti, che Nardò, prima di ospitare il monastero, era stata sede episcopale e che dopo la soppressione l’officiatura nella cattedrale era stata affidata a dieci monaci e dieci canonici regolari, per un totale di venti persone, cui era assegnata una rendita annua con l’obbligo della residenza. Questa consuetudine fu mantenuta fino al 1412.

Nel 1413, infatti, l’antipapa Giovanni XXIII, dispose la soppressione dell’abbazia benedettina di Santa Maria de Nerito e istituì nuovamente la sede episcopale. Il primo vescovo a partire dalla rifondazione fu l’abate De Epifaniis, il quale riformò il Capitolo che per lungo tempo non fu oggetto di cambiamenti.

Una modifica venne apportata nel 1726, dal vescovo Antonio Sanfelice che istituì il ceto dei mansionari “che fussero tenuti recitare e salmeggiare i divini Uffici nel coro di detta Cattedrale chiesa assieme colli Signori Dignità e Canonici”.

Nel 1751, poi, il successore Francesco Carafa fondò altri sei mansionarati e tre cappellanie di semplici sacerdoti.

Con la promulgazione delle leggi eversive del 1866 vennero soppresse tredici prebende canonicali, con la confisca dei rispettivi beni, mantenendone solo dodici.

L’esiguo numero di canonici non poteva garantire le mansioni prescritte dai sacri canoni, pertanto il vescovo Giuseppe Ricciardi eresse due canonicati statutari, e il suo successore, Nicola Giannattasio, ne aggiunse altri quattro.

Tale situazione rimase invariata fino alla formulazione del nuovo statuto, redatto a seguito della promulgazione del Codice di diritto canonico del 1983. Attualmente il Capitolo è costituito da dodici membri, denominati per secolare consuetudine “canonici abati”.

Composizione

Santantonio Mons. Giuliano - Canonico Arciprete - Presidente

Mastrogiovanni Sac. Marco - Canonico durante munere

Albanese Sac. Luca - Canonico durante munere

Casarano Sac. Angelo - Canonico durante munere

Corvo Sac. Angelo Antonio - Canonico penitenziere

Merico Sac. Decio - Canonico